lunedì 19 marzo 2012

Giardinaggio passivo

Sabato e' stata la giornata annuale della primavera in giardino. 
E' quel giorno spettacolare in cui si fatica tantissimo per rinvasare tutto quello che ha bisogno di una nuova casa, si dispongono le piante in modo nuovo per assecondare quello che e' andato bene l'anno prima, le rose tutte dalla parte dove non hanno preso l'oidio l'estate scorsa, la camelia dove avra' ombra dal glicine nel caldo feroce di luglio, gli oleandri ovunque, tanto qualunque posizione e' buona. 
Si spostano tonnellate di terra, si rischia tagliando pani di radici troppo infittite e sperando che i vecchi alberi la prendano come una buona notizia, si osserva l'orto immaginando le piantine piccolissime che fra poco lo popoleranno, si ammirano i getti freschi e si spera che tutto quello che non e' successo la scorsa stagione accada. 
Io ho mangiato con l'immaginazione ribes e more, tanto per dirne una.
Il problema e' che quest'anno non ho toccato una radice, non ho girato un vaso, non ho svuotato un sacco di terra.
Al massimo ho tolto le foglie vecchie alle fragole e rammendato la tela del dondolo.
Difetti del pancione, nessuno ti fa toccare niente per paura - fondata - che tu svenga in mezzo al giardino. Se poi hai in pancia una bambina che ha deciso che fa la cyclette sui tuoi organi interni venti ore al giorno e che ti fa stare sveglia la notte innervosendo tutti i metri di intestino che hai, la preoccupazione della tua famiglia va alle stelle.
Il povero marito, accompagnato dalla mia povera mamma e dal mio povero padre, ha spalato tutto il giorno, trovando anche inusitate delicatezze nelle mani a paletta per trapiantare la rosa viola di Barni. 
Ora il  giardino e' bellissimo, le piante sempre piu' grandi, segrete e incombenti nei loro vasi finalmente definitivi, la struttura impostata e pronta ad essere affiancata dalle annuali e dalle verdure, uno spazio per il melograno di Leda, che arrivera' quando arriverà lei, non prima. 
E' li' che staremo a conoscerci, se andra' tutto bene e a luglio sara' con noi.
E in quel giardino ci sara' l'altalena per lei, appena sara' abbastanza grande. 
Mentre l'aspetto, nella mia passivita' obbligata di gestante, faccio da mangiare. Il coniuge dice che sono pure migliorata. In realta' ci metto solo un po' piu' tempo ed energia. 
Ormai i plumcake e i muffin della colazione sono impegni settimanali, a cui si e' aggiunto il pane fatto con la macchina scartata dalla mia collega, che riempie la casa di profumo e di semi e di farine nere.
Eccomi qui, immobilizzata a cucinare cereali mentre altri curano il mio giardino piantando le rose con l'innesto sempre leggermente troppo basso rispetto a come l'avrei messo io. Questa primavera va cosi'. 
Ci sara' tempo per tornare all'aperto, a scavare con una paletta piccola insieme a qualcuno che deve ancora scoprire tutti i nomi dei fiori.

2 commenti:

  1. In grandi e straordinarie novità a volte si incappa, a mettersi in pari con i blog :) Una bellissima primavera dove tutto cresce, prende forma e matura, auguri!

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  2. @eccoti, bentornata! Gia' gia', qui la primavera ferve...aspettando con una certa impazienza il raccolto di luglio! :-) buona primavera anche a te e grazie!

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