sabato 14 gennaio 2012

Gli invisibili, inno alla tenacia

Oggi mio marito mi ha fatto leggere un articolo di Cacciari sull'Espresso. A me lui non piace, e' uno di quelli che stanno un passo indietro perche' tanto sanno gia' tutto, perche' sono comunque piu' consapevoli e lungimiranti e intelligenti e saggi degli altri. 
Comunque questo articolo diceva alcune cose importanti. 
Tipo che assistere a questo gioco delle parti fra destra e sinistra sul tema del lavoro fa male, perche' e' un dibattito vintage, irreale, che sta da un'altra parte, su un altro piano rispetto al mondo reale. Un mondo che e' in guerra, soprattutto sul concetto, piu' che sul tema, del lavoro.
C'e'una frase che fa pensare, una frase che dice: "ma crediamo davvero che lo sviluppo, la crescita, il domani, si baseranno sul lavoro a tempo indeterminato nelle grandi aziende?".
C'e' un mare la' fuori, un mare fatto di ventenni e trentenni che stanno rischiando, stanno inventando il proprio modo di sbancare il lunario con la conoscenza e la creativita' delle mani, della testa e dell'inclinazione.
Sono invisibili, non hanno tutele, le loro imprese individuali muoiono come mosche eppure vanno avanti, si rinventano ogni mattina. Sono l'unico futuro possibile in questo Paese nel naufragio.
Intanto guardo un film che si chiama Once. C'e' un musicista di Dublino che ripara aspirapolveri e una ragazza immigrata dall'est europeo, che pulisce case per mantenere la sua bambina e va in giro per le strade vendendo fiori. 
Qualche anno fa li avrei trovati diversi, diversi da una norma non meglio precisata, in cui pero' vivere aveva meno componenti simultanee, avrei distinto in modo piu' netto la loro vita dalla mia. Oggi la mia vita e' un giorno diversa, un giorno uguale alla loro.
Sto per farlo, gentili lettrici e gentili lettori di pepetrolio. 
Fra pochi mesi saro' precaria a molteplice e varia come un riparatore di aspirapolveri che suona a Dublino. 
Come una con una figlia o un figlio da mantenere - almeno un po' - facendo cose differenti.
Fra pochi mesi scrivero' quello che faccio per vivere, in modo non diverso da ora, ma forse faro' commissioni per le vecchiette del palazzo e del quartiere, terro' bambini e gatti e cani se qualcuno ne  avra' bisogno e vedro' se qualcuno vuole le mie verdure, le mie olive in salamoia e le mie borsette di velluto recuperato all'ikea.
Soprattutto provero' a fare del mio giardino il mio tesoro, faro' talee delle mie piante nella convinzione che qualcuno desideri avere fiori e verdure vere, cresciute sane in un ambiente sano, che non arrivano a casa piene di afidi e fragilita'.  Capaci di crescere, come qualcuno sta facendo piano piano da qualche parte in questo momento.
Tentero' di dare le mie conoscenze arrabattate, scarse, principianti, insieme all'istinto che fa capire cos'e' che fa piegare gli steli e soffrire le foglie. Cerchero' di capire se qualcuno vuole darmi in cambio qualcosa. 
Io, i miei fiori, i miei quadrupedi e un nuovo bipede saremo invisibili, protetti solo da mio marito e non piu' riconoscibili per una politica che ci perdera' di vista e non si chiedera' dove siamo andati. Nelle ricerche fatte dai professori di statistica non ci saro', non saro' mai piu' un caso di successo in un articolo di un giornale pilotato da un'amica.
Noi tutti come famiglia avremo una mortalita' d'impresa altissima e ne ce inventeremo altre, ci proveremo e forse dovremo ricomparire, perche' non ci riuscira' di vivere da invisibili. 
Quello che Cacciari pero' non dice nell'articolo e' che esiste la tenacia, la tenacia degli invisibili. Quella cosa che fa stare attaccato un bambino alla pancia contro ogni tempesta di ormoni e cause avverse. Quella che fa resistere i peperoncini fuori nel freddo. Quella che fa risorgere gli ellebori malati e crea le foglie dalle talee. 
C'e' la tenacia dei non supportati, di quelli che stanno lontani dai loro cari e vanno avanti.
Di Franco che e' tornato dopo quattro mesi di lavoro all'estero dalla sua moglie malata e ha sospirato di sollievo perche' lei ha resistito ed e' ancora viva.
Di quelli che la politica non vede e che non percepiscono l'assegno di disoccupazione, ma non si arrendono e non passano le giornate davanti alla tv.
Ce la fara' il paese e ce la fara' il giardino, perche' le piante crollano, ma ributtano sempre.
Diteci - diciamoci - in bocca al lupo.

domenica 8 gennaio 2012

La rosa di Natale


Ieri ho dimenticato di presentarvi l'ultimo arrivato, l'elleboro.
E' un regalo di Natale, forse il più gradito insieme alla sciarpa rosa fatta da mia nonna a maglia.
Non so come verrà più avanti. Mi dicono che d'estate è un po' un'erbaccia, da tenere all'ombra, senza particolare fascino. Però per adesso è molto elegante e delicato.
Lasciatemi solo un'invettiva nei confronti dei venditori di piante disonesti.
E' sicuro che questa povera pianta soffrirà: le hanno messo del polistirolo sotto la terra perché la cassetta fosse più leggera, hanno messo troppe pianticelle in un vaso minuscolo, ieri ho trovato i fiori infestati dai pidocchi. Dato che in giardino, per fortuna, c'è freddo, li hanno presi per forza al garden center.
Insomma, come sempre lo scopo del gioco è incentivare le piante usa e getta, quelle che durano due mesi e alla fine della fioritura si buttano.
Questa primavera la rinvaserò e curerò, speriamo di farla sfuggire a questa condanna cattiva e consumista.
Polemica finita, buona giornata.

sabato 7 gennaio 2012

Mente locale

Sto facendo mente locale, nel senso letterale del termine.
Sto preparandomi a tornare a casa (state sempre tranquilli e abbiate fede, fra poco finirà questo esilio da pepetrolio e potrò finalmente raccontarvi cosa sta succedendo nella mia vita) e, come sempre, tutto parte dal giardino e dall'orto.
Innanzitutto le olive: stanno bene. A fine dicembre, come previsto, ho rifatto la salamoia e le ho rinvasate. All'assaggio sono buonissime, non l'ho detto solo io che sono di parte, ma anche il marito, risaputamente scettico sulle mie capacità di autoproduzione. L'unico difetto è stato un leggero "tappo" di muffa sopra, all'apertura del tappo.
 Rassicurata dal fatto che non può essere botulino, perché le soluzioni di sale oltre il dieci per cento scongiurano qualsiasi fungo e battero mortale, mi sono limitata a rimuoverlo e a bollire di nuovo i vasi prima di rimettere le olive.
Ho letto sul web che è abbastanza normale, qualcuno dice addirittura si tratti di una copertina protettiva naturale.
In ogni caso la vox populi - di cui mi fido parecchio, c'è chi la chiama sapere collettivo - consigliava una fetta di agrume acido per scongiurare le muffe, quindi tre fette di arancia sono andate a chiudere i miei vasetti. Vi riaggiorno il 26 gennaio, all'apertura per la nuova salamoia, l'ultima, di conservazione.
Nel frattempo ho potato corte corte tutte le rose tranne quella gialla rampicante, che sarà tagliata oggi. Ho in cucina un commovente vasetto con i boccioli di gennaio della rosellina selvatica, quella piccola e sottile. Erano gli ultimi fiorellini sulle cime più alte, li ho tagliati con la potatura e sono sbocciati in vaso, a finire una stagione di rose ormai lunghissima, che me le fa amare ancora di più.
Le talee stanno bene, se tutto procede l'anno prossimo ci saranno tre nuove piante.
Questa mattina, poi, ho fatto l'elenco di quello che mi servirà per la primavera che sento già avvicinare (sono ottimista, in questo periodo). Ho suddiviso gli appunti in orto e giardino, ve li riporto qui. E' un elenco semplice e un po' banale, ma è bello pensarlo in una mattina di gennaio...
Allora, cominciamo.

ORTO:
Quest'anno si passa dalle cassettine sperimentali dell'anno scorso alle vasche grandi, quelle lunghe un metro e profonde sessanta centimetri. Le metterò sempre sui gradoni della struttura in metallo, per sfruttare meglio spazio e sole e anche per alzarle da terra, così i gatti non ci razzolano dentro.

A disposizione ci sono:
- semi di pomodori cuore di bue.
- semi di peperoni di Verona, gialli.
- menta, che si autosemina e quindi rinascerà presto.
- melissa, idem.
- timo, che sta benissimo.
- rosmarino, ormai di quattro anni.
- peperoncini, speriamo. Stanno resistendo coperti sotto il portico, speriamo ce la facciano.
- fragole, ribes e more, sperando che quest'anno fruttifichino come si deve.
- la lavanda inglese, che fa parte dell'orto.

Ho pensato che le vasche le disporrò così, comprando nuovi semi e usando quello che ho già:
- per i pomodori mi serviranno semi di tagete (che dicono tutti allontanino gli afidi) e basilico, che è un buon compagno perché vuole molta acqua.
- semi di nasturzio e calendula accompagneranno i peperoni.
- semi di pisello odoroso nano, ma leggermente rampicante, faranno da spalla alle zucchine.
- ricomprerò la salvia, sperando non faccia la triste fine dello scorso anno.
- sperimenterò le melanzane, che mi piacciono tanto, per la prima volta.

Le altre aromatiche resteranno al loro posto perché stanno bene così, mentre dovrò pensare se rinvasare le fragole in un contenitore grande, non alla base di altre piante, per far prendere loro più sole e aumentare una produzione che quest'anno è stata proprio deludente.
Ribes e more le lascio stare, non le poto nemmeno. Voglio pensare che lo scorso anno avessero sofferto troppo nel vivaio dove ho preso le piante e che quest'anno, più felici, facciano fiori e frutti.

GIARDINO:
Poche cose da fare, in giardino.
Ci sono da rinvasare:
- i glicini, che ormai hanno solo radici e niente terra.
- tre oleandri che sono cresciuti tanto, più le talee che hanno radicato (penso siano quattro nuove piante, in tutto, ma aspetto la fine dell'inverno per giudicare).
- la rosa antica bellissima e monofiore, che viene dalla campagna.
- il limone, che è raddoppiato in un anno.
- il rincosperno con il vaso minuscolo che sta sotto il portico.
Due nuovi alberelli: il melograno, che e' bello in tutte le stagioni, e il calicanto, per il suo profumo d'inverno.
In più dovrò concimare tutto e comperare presto i semi delle begonie, che sistemerò ai piedi di tutte le piante grandi, nelle loro piccole cassette dove mi danno serenità con i loro semplici cuscini di foglie vellutate, a cui non serve nulla per essere felici.

Ecco qui la mia mente locale, per tornare qui, nel mio giardino, nella primavera che verrà.
Buoni piani a tutti per il nuovo anno.