Mi allineo ai miei amici orticoltori per un bilancio di luglio del mio primo anno di orto in vaso.
Zucchine (scure, varietà "di Milano"): ottimo bilancio. Le piante sono enormi e i frutti piccoli, ma ne sono venuti in abbondanza a partire da aprile, morbidi e saporiti. Nessuna malattia, nessun bisogno di addizionare la terra se non con un po' di composto bio comperato al mercato della terra.
Peperoni: riuscita eccellente, peccato avere avuto una sola pianta (le altre sono finite nell'orto vero di mio suocero). Peperoni grandi e gialli, saporiti come se fossero maturati al sole di Sicilia invece che in un terrazzo di città. Abbiamo mangiato sei frutti e l'ultimo sta per essere pronto sulla pianta. Stasera approfitterò della luce meravigliosa e tersa che c'è oggi per fotografarlo, se mi riesce.
Peperoncini: piantine che arrivano dai semi che mi ha portato la vicina dalla Toscana. Sono germinati tutti, belle piante forti e sane, ma ancora nessun fiore e peperoncini manco a parlarne. Forse sono tardivi, forse li ho seminati tardi io. Sto tenendo tutte le confezioni delle uova per fare semenzaio sui davanzali quest'inverno e arrivare più pronta alla bella stagione. Caratteristica simpatica di queste pianticelle: stanno girando il mondo. Il condominio ne ha avute tre per casa, un cestino ne abita nel quartiere cinese, tre sono arrivate con un rocambolesco viaggio in treno a Parigi dalla mia amica.
Mica male per dei semini toscani.
Speriamo che agosto porti consiglio e infiorescenze.
Fragole: mah. Bilancio deludente. Tanta rifiorescenza, ma pochissimi frutti. Diciamo che per nutrirci delle nostre fragole avremmo dovuto avere minimo minimo cinque volte più piante, e tutte del tipo fragolone. Quelle più piccole si sono molto propagate (metri di stoloni), ma avranno fatto dieci frutti in tutto, la gran parte mangiati da uccellini temerari che hanno sfidato il rischio gatti.
Basilico da seme: una meraviglia, niente a che vedere con le piantine un po' depresse comperate al supermercato. E' un vaso che ricorda un racconto di Boccaccio, profuma di estate (e anche un po' di pulp, vista la reminiscenza di teste mozzate), questo week end saprà di pesto.
La salvia a foglie grandi è morta all'improvviso, dopo un fine settimana di pioggia che ha fatto marcire le radici. Le piccole talee crescono bene, ci saranno foglie fritte anche il prossimo anno.
Timo simpatico e senza necessità, rosmarino meno florido del previsto - l'origine da supermercato si fa ancora sentire - ma vivo e vegeto, menta meravigliosa, in giardino e nel te', melissa sempre nuova ogni settimana e buona da seccare, per gli infusi di questo inverno.
Della mora e del ribes silenti ho già parlato in più occasioni.
Ho tenuto volutamente per ultimi i pomodori, la mia rivelazione e la vera, massima soddisfazione dell'estate. Quattro piante di cuore di bue hanno prodotto come pazze, abbiamo fatto crudaiole (pasta con i pomodori freschi a crudo e il basilico di cui sopra), insalate, pizze, altri frutti verdi sono in maturazione. Una si sta seccando per esaurimento forze, le farò un monumento e salverò i suoi semi perchè meglio di così non ci si può comportare. Anche in questo caso, nessun aiuto se non un po' di compost bio e un goccio di chelato di ferro dopo due giornate torride con l'irrigazione non ancora ben regolata.
Una sorpresa: tranne la rucola, che è diventata in poco tempo il pasto preferito dei bruchini con la faccia simpatica che hanno rischiato in due giorni di sterminare le mie rose, niente ha avuto parassiti e infestanti. Evidentemente l'equilibrio orticolo ha funzionato, compreso l'accorgimento delle rose sul limitare dell'orto, una cosa imparata da sempre guardando i filari in campagna. Le rose si sono prese ogni bestiola possibile, sono dei colabrodi fioriti, ma in compenso i frutti sono salvi.
Ora è tempo di semi da seccare e raccogliere, di pensare già all'orto del prossimo anno.
La proiezione e il futuro restano la scoperta più emozionante del giardinare.
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