venerdì 20 maggio 2011

I bambini e i pomodori nascono sotto i cavoli

Stavo giusto pensando stanotte che da un po' di giorni in giardino non succedeva nulla. Ieri sera avevo fatto la mia consueta ispezione per verificare lo stato di avanzamento dei pidocchi, se i boccioli delle rose fossero o meno diventati piu' grossi e tondi. Non avevo nemmeno ancora scoperto di che colore fosse la pianta nata da talea che viene dal fosso della mia casa natale.
Stavo riflettendo su come tutto esplodesse a primavera per poi consolidarsi nei giorni fermi dell'estate, come se un branco di broker newyorkesi all'improvviso di tramutasse in un gruppetto di messicani in un paese di sieste perenni.
Stamattina mi sono svegliata abbastanza presto perche' dovevo andare in ufficio, rincoglionita come sempre perche' faccio fatica a dormire, da mesi ormai. Mi sono infilata qualcosa addosso, ho riempito la tazza di cappuccino e sono uscita. Mi piace moltissimo andare fuori con i gatti a salutare le piante prima che il sole le renda tutte bianche e attonite. Sono fresche e riposate, perche' loro dormono sempre bene. Ondeggiano svegliandosi piano piano e sembrano sorridere. Non come alla sera, quando anche loro sembrano appena tornate dal lavoro, capelli miei e foglie loro ugualmente arruffati.
Il giro prevede in questi giorni il tour dell'ortensia, per vedere quante blatte verdi sono diventate rosa, seguito dall'analisi del glicine che ha un po' di malattia dei pois e devo ancora capire se preoccuparmi o meno. Arrivata all'orto sembrava tutto sotto controllo: le tre fragole in solenne maturazione, le zucchine piene di fiori e frutti, il peperone (di cui non parlo mai, a dispetto del titolo di questo blog, perche' non ci siamo ancora capiti bene) in lenta, lentissima crescita, i pomodori...gia', i pomodori. Fioriti di giallo, come da mesi ormai. Alti, svettanti, come sempre. Bisognosi di sostegni piu' lunghi e spessi, di nuovo.
Pieni di palline verdi.
Pensavo di aver avuto un'allucinazione. Invece no, sono cuori di bue formato mignon, praticamente uno per ogni fiore. Posso giurare che ieri sera non c'erano, sono sbucati all'improvviso, gia' perfetti e formati, solo da colorare di rosso con il pennarello e mettere nell'insalata. Li ho fotograti e spediti alla mamma, a mio marito, mostrati a tutti in ufficio come figli che compiono i primi passi, perche' fanno davvero impressione, con le loro scanalature gia' al loro posto, il loro aspetto banale e miracoloso di oggetto che non si puo' fare, solo lasciar arrivare.
Forse anche i bambini devono venire cosi', forse bisogna che sbuchino come sotto il cavolo, gia' fatti. Neri o gialli, con un loro carattere e geni che non sapremo mai, a dispetto dell'etichetta che avranno sopra. Bambini a sorpresa, come l'ovino kinder. Almeno per noi.
Stasera e' arrivata l'ennesima cattiva notizia, che ho preso con una certa sportivita'. Perche' e' brutta, ma fa parte delle cose che si possono gestire, non ci lascia in balia della fatalita'. Ci riporta nel terreno conosciuto dell'imponderabile controllato. Imponderabile come la vita, perche' si puo' far tutto nel modo giusto, ma sbagliare il senso, la sfumatura e quindi trovarsi con nulla in mano. Controllato perche' esistono passi successivi che si possono provare, non e' tutto in mano a una casualita' con cui ne' io ne' mio marito sappiamo confrontarci.
E' un problema, ma con delle interpretazioni possibili e realistiche, un esito che potra' essere positivo o negativo, ma prevedera' delle decisioni da prendere. Le scelte le sappiamo fare, non sappiamo lasciare che facciano noi. Se poi possiamo farle insieme mi sento al sicuro.
La cosa piu' importante che ha fatto lui per me e' stata dirmi che esistono due mondi. Uno, fuori dalla porta di casa nostra, in cui le regole le dettano anche gli altri, anche se non solo loro. La' si puo' solo combattere, resistere e provare a sconfiggere l'entropia. Poi esiste il mondo che comincia da questa porta e finisce con i muri del giardino, dove decidiamo soltanto noi. Qui on c'e' nessuno a cui dobbiamo rispondere, se non noi stessi. Non c'e' d lottare per essere amati, perche' lo siamo gia'.
Stasera penso a questo e c'e' una serenita' di fondo che niente, fuori da noi due, sa darmi. La sicurezza che, comunque vada, i pomodori matureranno, perche' qui la magia funziona e nessun pensiero crudele potra' venire a disturbare i loro sonni, o i miei.

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