Uff, che settimana!
Ve l'ho scritto che nel frattempo, mentre la mia ipotesi di cambio di vita e giardino con le gambe dormiva, s'e' mossa la mia azienda, proponendomi un nuovo lavoro?
Promesse di rito, contiamo tutti su di te, sei la candidata ideale per questo ruolo delicato e annessi e connessi. Per il momento semplicemente doppio incarico, il mio mestiere amato, odiato, ormai non piu' tollerato e l'incognita di questa attivita' nuova e con ambizioni apparentemente piu' ridotte, in realta' una buona opportunita' per incidere in modo piu' concreto su una popolazione, quella interna, che ha le dimensioni di un capoluogo di provincia di medie dimensioni.
Insomma, e' cominciato un capitolo nuovo, come e' cominciato un caldo serio da giugno ormai a piu' di meta'.
Il giardino non l'ha ancora capito. I pomodori si piegano sotto il peso di frutti giganteschi, pesanti e ancora verdissimi. Le rose fioriscono per l'ennesima volta (ma non c'era la quiescenza estiva, amici giardinieri?), il cortile del condominio si lecca le ferite dell'umidita', con un attacco di macchia nera che ha deturpato le rose e un esercito di afidi a cui, secondo il parere autorevole di mia mamma, si e' aggiunta una retroguardia di ragnetto rosso.
In compenso sono invasa da una rucola amarissima, figlia di pochi semi che mi ha dato mio suocero, mentre i peperoni sono ormai grossi e morbidi. Sabato ho cucinato, un po' titubante, il primo e ho apprezzato l'attesa che mi e' costata crescerlo, perche' la pasta, quella di farro comprata al mercato della terra, era straordinaria.
Ultimo avvenimento: ho scoperto che so dare l'impregnante a un tavolino e mi manca solo l'ultima mano per proteggere la mia preziosa ruota di macina indiana, che sta in fondo alla pergola con vasi e lanterne sopra, ma che aveva cominciato a soffrire troppo l'effetto delle secchiate d'acqua sul legno.
Non che sia stato difficile, dipingere il tavolo, ma ho scoperto di saperlo fare e questo apre un mondo possibile.
Oppure non ne apre nessuno, ma da' soddisfazione piu' delle lodi interessate di un capo, piu' delle tecniche di seduzione (bel libro, quello, quando De Carlo scriveva ancora invece di fare lo scrittore) dell'interlocuzione aziendale. Quasi come un sindaco che trasmette su un maxischermo in piazza la prima seduta del suo consiglio comunale.
E' una settimana che si vela di ottimismo su un fondo amaro che ormai non si toglie piu'.
Brilla come un velo di flatting, che non cancella smancate e macchie del legno, ma vi riflette sopra una luce diversa e protegge da intemperie che torneranno, a dispetto di questo sole che al momento consola.
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